Inizia oggi una serie di laboratori promossi da Edilingua sull’uso delle tante risorse in rete:
“Insegnare nell’era 2.0”Scegliere e integrare risorse, tecniche e tecnologie nella classe di italiano
Il primo appuntamento è a Roma, per poi continuare a Milano e a Firenze. Gli interventi sono a carico dei professori T. Marin e Viviana Mirabile.
Ultimamente è tutto un fiorire di giornate sulla multimedialità e le glottotecnologie. L’argomento sembra essere diventato prioritario anche per l’italiano a stranieri, si è capito l’urgenza di aggiustare il tiro rispetto ad alcune lacune della nostra prassi didattica. Ben vengano dunque altri eventi sul tema 2.0, serviranno a colmare un divario, o almeno a ridurre le due velocità che si stavano dilatando non solo tra docente e studenti, perennemente connessi alla rete via smartphone, ma anche riguardo le competenze tra noi docenti d’italiano LS o L2 rispetto ai nostri colleghi di altre lingue straniere (inglese, spagnolo...).
Appare quasi superfluo ribadire il ruolo centrale della motivazione nell’apprendimento, infatti senza interesse non s’imparano i pronomi relativi
Eppure spesso la motivazione finisce in secondo piano, o peggio è data per scontata, nonostante si sia scritto moltissimo al rispetto.
Ricordiamo le parole di Howard Gardner: "Il fatto che comprensibilmente gli educatori abbiano privilegiato la componente cognitiva, a volte ha avuto la poco desiderabile conseguenza di ridurre al minimo la consapevolezza di altri fattori ugualmente importanti. Probabilmente il più decisivo è la motivazione."
Pensiamoci un attimo: nel 2014 possiamo motivare gli studenti ad apprendere sia in classe che in modo autonomo, senza l’aiuto delle nuove tecnologie?
Mi sembra che una riflessione sulla motivazione coinvolga per forza l’uso degli strumenti digitali, sempre più pervasivi soprattutto tra gli studenti nativi digitali. Inutile ribadire che l’aula non è più il luogo esclusivo, fisso e immutabile, dove si insegna e si impara. Posso ormai ascoltare l’introduzione di un nuovo argomento o riascoltare la lezione anche a casa.
Tuttavia, non è tutto oro quello che luccica. Le risorse 2.0 a lezione possono anche diventare improduttive, è necessario saperle dosare con lungimiranza, dato che aprono problematiche da non sottovalutare, soprattutto per quanto concerne la didattica e la sua metodologia.
Mi sarebbe piaciuto partecipare ai workshop a Roma, Milano o Firenze. Forse l’anno prossimo.
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