mercoledì 28 gennaio 2009

RIPASSO CON LE NUVOLETTE DI WORDLE





Un'applicazione divertente per il ripasso del lessico, prima degli esami finali di gennaio?

Wordle può offrire una modalità coinvolgente per tornare sul già visto, con un pizzico di attenzione individuale verso gli alunni, ma senza dover faticare troppo.


È un'applicazione che permette di creare delle tag clouds, o nuvolette, da qualsiasi testo. Il risultato rappresenta le parole più ripetute con un forte impatto visivo. Il funzionamento è facilissimo, non è necessario registrarsi, ma richiede l'attualizzazione di Java a una versione recente, 1.6 per esempio (si scarica gratis).

  • Cerchiamo il testo da inserire: articoli, compiti degli alunni e quant'altro.

  • Con un copia e incolla lo trasferiamo su Wordle e clicchiamo "Go".

  • Appare la nuvoletta. Se vogliamo cambiare l'impostazione grafica clicchiamo sulle icone grigie apparse nel quadro sopra la nuvoletta. Possiamo cambiare il layout, i colori, i font e, interessante per un'attività didattica, anche il numero delle parole da visualizzare. È possibile restringere la ricerca, da 150 parole per difetto, a un numero inferiore, con il risultato di una nuvoletta meno carica di parole e più facile da leggere.

Le idee per usare le tag cloud in attività lessicali sono molte, rimando al blog Box of Tricks che incoraggia gli studenti a produrre le nuvolette autonomamente.

Per il momento, a causa dell'incombenza degli esami finali di gennaio, ho pensato di usare le nuvolette per il ripasso del lessico relativo all'argomento "ambiente ed ecologia", affrontato con un livello intermedio un po' di tempo fa e che era necessario ricordare per l'esame.

Mi sono chiesta: perché non sfruttare il materiale prodotto dagli alunni? Anziché fotocopiare altro materiale (uffa!), ho preferito coinvolgere personalmente gli studenti con un lavoro basato su un compito prodotto da loro stessi, in cui avevano espresso le proprie opinioni o esperienze personali.

E così un compito di scrittura svolto a casa è diventato un'attività di lettura svolta in classe. Premetto che di solito la maggior parte degli alunni mi manda gli scritti via mail per la correzione, pertanto li avevo ancora in alcuni file che mi sono serviti per creare le nuvolette.

  • La prima attività, "Ricordi quello che hai scritto?", ha lo scopo di reintrodurre l'argomento da ricordare. L'insegnante consegna le nuvolette, su cui ha scritto il nome dell'autore del testo e spiega che la nuvoletta "riassume" in modo iconico le parole prodotte dal loro testo. Insomma, funge da illustrazione che serve a ricavare idee e lessico.

  • Gli alunni esplorano il vocabolario della nuvoletta e, lavorando in coppia, spiegano ai compagni perché hanno usato le parole più in evidenza. All'inizio alcuni non ricordano proprio nulla (ovvio, con tutto quello che hanno da fare), poi però le conoscenze riaffiorano, grazie anche al confronto con i compagni di corso. In questo modo viene condiviso un compito svolto individualmente.

  • Come seconda attività, le parole utili all'argomento, sarà pilotata dall'insegnante. Perché hai scelto questa parola, cosa volevi dire?

  • L'ultima attività, La nuvoletta ha ragione?, passa alla rilettura del loro compito scritto. Gli alunni lo hanno cercato con maggiore interesse, se non altro perché spinti dalla curiosità di confrontare il testo prodotto con ciò che hanno ricordato.

  • In questa fase rileggono e riflettono di nuovo sulla correttezza delle proprie ipotesi, verificando inoltre la capacità della macchina di suggerire con efficacia il messaggio e le intenzioni dell'autore.

E il furbo che non scrive mai? Non aveva altra scelta, ha dovuto leggere il tema di un compagno.







3 commenti :

Gianpiero Pelegi ha detto...

Bellissimo! Grazie.

Angela Ferioli ha detto...

Prego!
Volevo mandare l'indirizzo anche a
http://italianoperprincipianti.ning.com. Anzi, adesso lo faccio.
Ci vediamo di là.

Anonimo ha detto...

Molto bella quest'attività, Angela, e originale. L'idea che viene normalmente con il wordle è di partire da un articolo e farne dedurre il contenuto agli studenti, ma la tua idea è molto piu stimolante e originale. Sono gli alunni i protagonisti della lezione, e condividono qualcosa di personale (la loro composizione) con i compagni.
Mi viene adesso in mente che si potrebbe usare anche per l'autoanalisi della ricchezza/proprietà lessicale degli elaborati, una specie di cartina di tornasole per vedere se si usano sempre e solo le stesse 200 parole o se si dispone di un vocabolario ricco e appropriato.

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