giovedì 5 giugno 2014

Tra cultura, valutazione e filtri affettivi, altre proposte dalla giornata dell’EIM


Adriana Calise ci racconta in questa 6ª puntata:
 
Marilisa Birello e Albert Vilagrasa, autori di Bravissimo! 2 (ed. Bulgarini), hanno lanciato ai presenti due sfide importanti nel corso dell’incontro dell’EIM. Noi le abbiamo raccolte e proviamo a rispondere alle loro domande in questa sezione.
 
1. Quale cultura insegnare? A che livello? E come? 

2.  Cos’è la valutazione? Come valutare “davvero”?


 1.  Durante il workshop dal titolo  Il fattore socioculturale nell’insegnamento dell’Italiano L2 ci siamo posti tale quesito di non facile risposta e, discutendone in gruppi, abbiamo provato a capire se noi come docenti possiamo operare questa scelta e stabilire di trasmettere, attraverso i testi che adottiamo, un solo tipo di cultura. 
 
Ma cosa intendiamo per cultura? 

La cultura con la C maiuscola dell’arte e della letteratura, la cultura popolare, come quella della musica leggera, o la cultura quotidiana, rappresentata ad esempio dal gergo giovanile? Ecco, siamo giunti alla conclusione - non scontata - che la cultura sia l’insieme di tutti questi aspetti e che debba essere contemplata in tutte le sue espressioni in un corso che si dica, appunto, di Lingua e Cultura.
La domanda che ci siamo posti successivamente è stata a quale livello sia possibile inserire input di natura culturale, pensando soprattutto alla difficoltà che contenuti di questo genere potrebbero presentare a studenti agli inizi del loro percorso di apprendimento. 
 
Riflettendo a voce alta, ci siamo subito detti che la lingua è in sé portatrice di cultura e che usare correttamente i saluti, ad esempio, implica aver già compreso la cultura della lingua obiettivo. Ma se per cultura intendiamo quella con la C maiuscola, ecco che sfogliando il testo Bravissimo! 2, progettato per il conseguimento del livello A2, abbiamo trovato un’intera unità dedicata al tema dello spettacolo, con personaggi come Fellini, Gaber e Mina.
 
Di fronte alla titubanza di chi temeva che l’argomento potesse risultare complesso per il livello, ci siamo resi conto che la scelta di protagonisti di eccellenza ben si coniuga con l’obiettivo dell’unità, perché le loro biografie offrono lo spunto per lavorare sul passato.
 
2. Cos’è la valutazione? Come valutare “davvero”?
 
Il brainstorming iniziale del workshop Approccio orientato all’azione e valutazione: come e quando usiamo valutiamo? ha richiamato alla nostra mente tutti i concetti che associamo al termine valutazione. 
 
 
Valutazione
 

Non sorprende che la maggioranza di questi ultimi abbiano una connotazione negativa: sono il riflesso di decenni in cui si è considerata la valutazione come un prodotto (numerico), invece che un processo.
 
Ma come possiamo invertire questa tendenza? Secondo Marilisa e Albert, e noi siamo d’accordo, con una valutazione orientata all’azione, che permette: 
 
● l’interazione delle abilità nello svolgimento di un compito;
 
● l’abbassamento del filtro affettivo: l’alunno è meno cosciente di essere sottoposto a una valutazione ed è più concentrato sul compito;
 
● la possibilità di valutare le competenze linguistiche in un contesto più reale;
 
● l’opportunità di valutare strategie diverse.
 
Con questa impostazione è stato progettata la valutazione nel testo Bravissimo! 2 attraverso: 
 
● un compito alla fine di ogni unità, sotto forma di progetto collaborativo;
 
● un compitino all’interno di ogni unità, per l’autovalutazione o eterovalutazione in classe;
 
● un diario d’apprendimento per l’autovalutazione e il bilancio delle competenze ogni 2 unità;
 
● una sezione dedicata alle prove ufficiali, per una valutazione oggettiva ogni 2 unità;
 
schede di fonetica.
 
Provare per credere!



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