martedì 24 marzo 2009

SPEDISCI UNA POLEMICA DI ALESSANDRO BARICCO CON YOUSENDIT

Una mia infaticabile e aggiornatissima collega, Antonella, mi ha inviato con YouSendIt il file audio di un programma radio che commenta un intervento molto polemico di Alessandro Baricco, pubblicato da Repubblica il 24 febbraio.

Baricco si chiedeva: dare soldi pubblici alla cultura, si o no? Argomento spinoso che fa arricciare il naso a tutti gli addetti ai lavori dei più svariati ambiti culturali, ma non più di tanto a molti cittadini.

Qui però apro una parentesi, visto che ho citato YouSendIt. Meglio procedere con ordine.

Innanzitutto, che cos’è YouSendIt.

Si tratta di un servizio di collaborazione online che permette di caricare, inviare e ricevere dei documenti di grandi dimensioni in formati diversi, come per esempio file compressi (zip), Office, PDF, audio e video (film, ecc.). Lo scopo è di condividere i file più pesanti che finiscono sempre per bloccare i server di posta elettronica.

Come funziona:



YouSendIt vi permette di spedire, ricevere e fare il tracciamento di file di grosse dimensioni. Dimenticate le email non recapitate, i server FTP e i servizi di spedizione notturna.


Dopo essersi registrati, per inviare un file:

- inserire gli indirizzi email dei destinatari e un messaggio opzionale

- caricare i file e pulsare “send it”

- il destinatario riceverà il file al proprio indirizzo di posta elettronica.

Più facile di così, impossibile.

Il servizio offre uno spazio gratuito di condivisione fino a 100MB. Per uno spazio di 2GB invece non impone nessun limite per il numero di file da caricare, ma bisogna pagare 9.99 dollari al mese.

E per tornare alla polemica di Alessandro Baricco?

Il file audio che Antonella ha spedito ai colleghi si riferiva all'articolo Basta soldi pubblici al teatro, meglio puntare su scuola e tv.

Con un titolo simile, la valanga di commenti è assicurata, non solo in coda all’articolo di Repubblica, ma anche su tutti i blog che ne danno eco. Il file audio, invece, appartiene alla puntata di Radio Condor di Rai-Radio2 che si può ascoltare dal blog dei conduttori, Condor 2.0.

Le sovvenzioni pubbliche alla cultura hanno sostenuto la vita civile e democratica del paese, difendendola dall’inerzia del mercato, ovvero dalla logica del profitto a tutti i costi. Ma in tempi di recessione economica i soldi pubblici per la cultura sono spesi bene? Perché finora abbiamo pensato che andassero destinati in questo modo? Negli ultimi anni, quali sono stati i risultati di questi finanziamenti pubblici a pioggia? Belle domande da polemicone, totale globale, come dicono i due conduttori radio.

Spostate quei soldi, per favore, nella scuola e nella televisione.

Azzerate i convegni e pensate a costruire una nuova generazione di insegnanti ben pagati.

A queste proposte di Baricco si potrebbe obiettare che, dietro la televisione, in Italia incombe sempre lo spauracchio delle reti a ideologia unificata e tuttavia il suo discorso si snoda, ben articolato, fra argomenti che bisognerà pure affrontare in qualche modo. La gente non ha soldi per gli spettacoli (Il sole 24 Ore), il governo taglia i fondi per l’Università, ma i costi aumentano, i dati sulla ricerca attestano il disastro, per non parlare dei dati del rapporto Ocse-Pisa 2007.

Il problema non è solo italiano e anzi mi sembra opportuno trasformare il tutto in una proposta didattica. Sto pensando (penso troppo?) di proporre agli alunni di un corso avanzato di conversazione la scelta di alcuni passi dell’articolo e l’ascolto della prima parte della puntata.

I motivi per coinvolgerli non mancano: in queste ultime settimane abbiamo letto sui giornali spagnoli che la scure della crisi si è abbattuta sulla “bolla festivalera” che faceva accorrere a Barcellona e in Spagna frotte di Erasmus da tutta Europa. Si salverà a malapena il Sonar, mentre per mancanza di finanziamenti sono stati cancellati i festival Primavera Sound, il Summercase e altri ancora (leggere l’articolo di El Pais).

Intanto, però, l’università spagnola fatica non poco a trovare un nuovo ruolo nello spazio comune europeo di istruzione superiore.

Non sarà giunto il momento fatidico per ripensare alle politiche dei finanziamenti pubblici un po’ dappertutto?

Per ritornare all’attività didattica, oltre alla comprensione scritta e orale, l’attività potrebbe stimolare anche la capacità di fare ipotesi su un contesto diverso, come quello italiano, facendo interagire le diverse competenze degli alunni.

Io ci provo, poi riferirò.








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