Poco prima delle vacanze di Natale una collega, messa sotto pressione dagli alunni, ci ha chiesto per mail come tradurre la parola in slang spagnolo cutre. Secondo il Dizionario della Real Academia Española il significato di questo termine è:
1. adj. Tacaño, miserable.
2. adj. Pobre, descuidado, sucio o de mala calidad. Un bar, una calle, una ropa cutre.
2. adj. Pobre, descuidado, sucio o de mala calidad. Un bar, una calle, una ropa cutre.
Linguisticamente ci troviamo nel registro basso basso, magari poco congeniale all'atmosfera natalizia, ma essendo cutre di sicuro una delle parole ad altissima frequenza d'uso qui in terra iberica, è normale che gli alunni abbiano richiesto un'espressione analoga in italiano.
Durante giorni è seguito un vivace dibattito via mail, con un fitto scambio di messaggi in cui ognuno diceva la sua. Un amico suggerisce una probabile traduzione dall'inglese-americano pulp, mentre i colleghi romani preferiscono scrauso. Ma che cosa significa scrauso? Un milanese lo capirebbe? (forse un milanese giovane capirebbe di più "pulp"...)
Per aiutarci o almeno per dei chiarimenti interregionali sullo slang italiano c'è Slangpedia che funziona come Wikipedia, ma si presenta come l'enciclopedia libera dello slang giovanile.
In Spagna, comunque, cutre non appartiene all'ambito giovanile. Invece, in Italia "scrauso", sì?
Per il momento, se cerchiamo un significato per scrauso sappiamo dove cliccare.
Buon Natale!
4 commenti :
scrauso a milano lo capiscono ma questo non significa che lo capiscano ovunque. Dubito al di fuori dei giovani. Cutre in spagnolo è forse meno slang di come possa essere reso in italiano. Squallido puo' essere una alternativa nel caso in cui 'scrauso' sia fuori luogo.
Poi, diciamocelo, ogni lingua ha alcuni concetti che non sono direttamente traducibili in una unica parola di un altra lingua.
Sono d'accordo, non sempre i modi di dire si possono tradurre alla lettera, figurarsi lo slang. Entra in gioco anche la variazione regionale che rende tutto più complicato. Ma forse in questi casi le traduzioni sono inutili, perchè passando da una lingua all'altra si perdono le molteplici connotazioni di un linguaggio particolare, le sfumature e anche la creatività. Dal punto di vista della didattica forse l'unica soluzione sarebbe di non tradurre automaticamente, presi dall'ansia, l'espressione gergale, ma semplicemente di spiegarne il significato. E avere un po' di pazienza quando gli alunni scontenti non accettano dilazioni. Compito di chi impara una lingua è anche accettarne le differenze. Un ultimo esempio, sempre il giorno prima delle vacanze natalizie. Un'alunna mi chiede: "Ma come si dice 'resaca' in italiano?" (a quanto pare in questi giorni prevedevano già quello che li attendeva...)
Risposta dell'insegnante: "Post-ciucca..., post-sbornia..."
Alunna: "Ma possibile che non avete una parola unica per 'resaca'?"
E in spagnolo 'resaca' non è affatto slang.
Post-sbronza?
Pues, no. Oppure sì?
a Roma si potrebbe tradurre anche con "triste" ma non so se altrove lo capirebbero...
Non c'è modo di trovare una traduzione soddisfacente. L'altro giorno un alunno mi ha ricordato che "cutre" non sempre ha una connotazione disforica, almeno in riferimento a qualcosa di triste o desolato. Se poi ha il rinforzo dell'aggettivo "salchichero", cioè un "bar cutre y salchichero", non è detto che non ci si possa divertire. Anzi.
Forse bisogna cercare qualcosa di diverso da "scrauso".
Posta un commento