giovedì 10 luglio 2014

Creatività nella didattica moderna, seconda e terza giornata.


la foto 3lunedì


Ecco a voi un bel paesaggio di apprendimento ricostruito dagli insegnanti durante il corso di Roberta Ferencich. Di che si tratta? vi chiederete.  

Nell’esempio della foto, da un insieme disordinato di tessere gettate sul pavimento, abbiamo ricostruito le fasi di una lezione aiutandoci reciprocamente e negoziando le diverse possibilità. In questo “ambiente di apprendimento” collaborativo abbiamo trasformato molte altre attività proposte da Roberta in un processo di problem solving di gruppo.  

Riguardo al compito della fotografia, ovviamente si potrebbe   ricostruire in modi diversi, ma ciò che importa è l’energia positiva che sprigiona quando le attività sono impostate sull’azione e l’autonomia.  La scheda azzurra con la scritta VACOG si riferisce a visivo, auditivo, cinestesico, olfattivo e gustativo, ovvero i caratteri sensoriali che dovrebbero venire coinvolti per attivare la memoria durante il processo di apprendimento. 

Come memorizzate meglio? Con un’immagine (grafici, mappe concettuali, disegni…), con il suono, o una sensazione tattile di un oggetto, un profumo, o sperimentando un sapore…  La memoria delle nostre esperienze sarà la molla che attiverà il modo di esprimersi, di scegliere le parole e i verbi, insomma di apprendere e comunicare anche in una lingua straniera.  Durante il corso abbiamo sperimentato  tutte le percezioni, attraverso attività molto ludiche (il memory, con le versioni in movimento, divertentissimo A bocca aperta)  seguite da riflessioni stimolanti e feedback a volte un po’ “scomodi”, quasi  una vera e propria  sfida a ripensare il nostro modo di “stare” in classe. 

la foto 3


A proposito di comunicazione, a volte noi insegnanti siamo così preoccupati dagli aspetti verbali della lingua da dimenticare l’aspetto non verbale del comunicare. Eppure, quando possiamo considerare di aver avuto successo nello scambio comunicativo con un’altra persona (straniera o no)? Dalla risposta pertinente dell’altro. Soltanto da questo dare e ricevere riusciamo a capire se la nostra comunicazione è stata efficace, oppure no. 


la foto 5


L’immagine chiarisce l’importanza di questi due tipi di comunicazione (verbale e non verbale):

-  la voce rappresenta il 38%

- la comunicazione non verbale il 55% (!), dunque i gesti, le espressioni del volto, l’aspetto fisico, la postura, l’orientamento e le distanze nello spazio, l’abbigliamento…

- la comunicazione verbale, solo un misero 7%

Diventa necessario pertanto riflettere al più presto su quali buone pratiche ci possono aiutare a svolgere al meglio le nostre lezioni.
Non ci resta che accettare la  versatilità come aspetto costitutivo dell’apprendere e dell’insegnare, poiché può attivare una diversità di competenze molto utile,  secondo i presupposti della PNL (Programmazione Neurolinguistica), i cui contributi vengono rivisitati dalla suggestopedia moderna, come ci spiega con chiarezza Roberta Ferencich in questo articolo pubblicato dal Laboratorio Itals.

In fondo sapevamo da tempo che gli studenti arrivano con diverse competenze, dato che possiedono intelligenze differenti, proprio come ha sostenuto Gardner. Com’è noto, Howard Gardner ha studiato l’implicazione della sua teoria delle intelligenze multiple sull’insegnamento e l’apprendimento, suggerendo nuove possibilità di coltivare le doti di ciascuno studente. 

Se le intelligenze sono ben 9, perché usare sempre la stessa metodologia e un’unica tipologia di valutazione?  Purtroppo a causa del tempo, si dirà, nostro nemico. E per il programma che castiga tutti…
Tuttavia, sarebbe necessario mettere in gioco delle risorse che aiutino gli studenti ad andare oltre i confini del proprio reale e assumere comportamenti diversi a seconda del contesto.

E per gli alunni poco creativi che facciamo? La creatività si può imparare, l’abbiamo sperimentato in vari modi. Qui spiego un esempio tra i molti, questa semplice attività, la poesia di Elfchen. Si tratta di una struttura poetica tradizionale tedesca in cui ci siamo cimentati tutti, con risultati davvero sorprendenti, a volte ilaranti. 

Poesia (di Elfchen)
____________ (scrivi una parola, può essere un colore)
_______      _________ (qui 2 parole, qualcosa che ha la prima parola)
___________  ___________  ___________ (3 parole, cosa fa/ dov’è)
________ ___________  _____________   ____________
(4 parole, più particolari)
____________  (1 parola, un’emozione)


E gli errori? Durante la lettura delle poesie non abbiamo potuto evitare l’ansia dell’errore, ma se l’obiettivo è incuriosire la conoscenza attraverso la creatività, non è con questa attività che devono venire corrette le parole, infatti la creatività non si corregge.

Il corso si è concluso con la presentazione di tre attività, due centrate sulla musica e sullo storytelling, preparate dai partecipanti divisi in due squadre. Per la terza attività, Sandra un'insegnante di una scuola catalana ci ha coinvolti in una serie di attività ludiche, centrate sull'apprendimento degli accenti in catalano.

Ci sarebbero tante cose da aggiungere, ma il post diventerebbe indigesto,  inoltre Roberta ha ricordato di non investire troppo tempo nella ricerca dell’eccellenza quando si preparano i materiali didattici (più o meno didattici, come questo articolo) e di saper delegare (quindi aspettare i vostri commenti al riguardo). 

Infine, dimenticavo,  come presentare i contenuti agli studenti? Attraverso
1.  la drammatizzazione
 
2. le immagini
 
3. i suoni e la musica
 
4. la creazione di un “paesaggio di apprendimento” con oggetti e parole 
 
5. lo Storytelling
 
6. usando le parole,  proporre una lettura orientativa su un testo autentico
 
7. uso del video
 
8. il coinvolgimento ludico degli studenti attraverso il gioco
 
9.  usare una time-line (per argomenti letterari, o sociali come l’immigrazione italiana)
 
10.  inventarsi un personaggio-guida, per gli argomenti letterari: ciao mi chiamo Alessandro e … (Manzoni)
 
Anche:  uscite sul territorio (andare a una mostra di un artista italiano, a vedere un film al cinema, a un concerto, oppure più semplicemente una cena in pizzeria, ecc.).











2 commenti :

Anonimo ha detto...

Ringrazio Angela per aver raccolto in così poco spazio la preziosa esperienza che abbiamo vissuto in soli tre giorni.
Sto cercando di inserire nelle unità didattiche del prossimo anno scolastico le proposte esperimentate con Roberta e il gruppo. Speriamo che le attività facciano lo stesso effetto positivo e coinvolgente sui ragazzi.

Se mi ricordo :-) vi mando un feedback del risultato visto in classe.

Un saluto dalla cinestesica-visiva
Francesca

Fabrizio ha detto...

Ottimo articolo, nella forma e nei contenuti. Sei riuscita a mettere in poche righe contenuti ed idee che mi trovano d'accordo al 100% e che noi insengnanti (io per primo) dovremmo avere la voglia/capacità/coraggio di proporre in tutte le classi (e no solo quando ci sentiamo ispirati o rilassati).
Grazie Angela!

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