lunedì 19 maggio 2014

Primo incontro pratico per insegnanti di italiano come lingua straniera - 1


Ospito molto volentieri una serie di quattro articoli (anzi, rettifico: 6) scritti da Adriana Calise, Ilaria Bada e Antonietta Vinciguerra che ci raccontano di un altro evento sulla didattica dell’italiano a stranieri, appena concluso.  
 
Questa è la prima puntata, raccontata da Antonietta Vinciguerra: 
 
Lo scorso fine settimana, in una Barcellona assolata e affollata, si è svolto il 1º incontro pratico per insegnanti d’italiano LS, organizzato dalla Casa delle Lingue in collaborazione con l’Escola d’Idiomes Moderns della UB.
 
Iniziamo subito con uno sguardo al digitale con l’intervento di Antonella Berriolo,  L’italiano in tasca: come le nuove tecnologie possono aiutarci a memorizzare.

                  AB(Antonella in azione)

Quella lessicale, lo sanno bene i nostri studenti, è una delle competenze che richiede più tempo e più costanza per una sicura acquisizione.
Nonostante siano sufficienti circa 2000 vocaboli affinché un principiante possa iniziare a destreggiarsi con una lingua, ne abbiamo bisogno di circa 6000 per muoverci con scioltezza in molteplici situazioni: vale a dire molto impegno e continuità per riuscire ad apprendere e memorizzare una tale mole di informazioni.
Inoltre, se è vero che dopo una settimana si ricorda solo il 20% di quanto abbiamo appreso basta riprendere l’argomento studiato già il giorno dopo affinché la curva di ritenzione di Ebbinghaus abbia un’impennata, permettendoci di inviare le informazioni apprese alla memoria a lungo termine. Il problema è dunque il tempo a disposizione per far sì che la nostra mente trattenga gli input ricevuti.
 
Durante il  workshop, Antonella ci ha presentato un ottimo alleato in questo difficile compito, ovvero l’applicazione Quizlet, disponibile sia per Android che per IOS.
Questa permette di creare dei set di cards che associano un’immagine ad una parola o due parole o frasi tra loro, facilitando l’apprendimento del lessico di una lingua straniera. 
Ognuno di noi può creare il proprio profilo e condividere le cards create, che a loro volta possono essere modificate da altri. Un’ulteriore funzione permette poi di ascoltare la pronuncia delle parole che inseriamo nelle varie cards, implementando anche l’acquisizione della fonetica.
Inoltre, trattandosi di un’app, è facilmente disponibile e a portata di mano in tutti i momenti liberi di cui disponiamo durante la giornata, come ad esempio in metropolitana.

 
photo2.jpg
 

Come creare un set? È estremamente intuitivo, basta cliccare sull'icona relativa oppure importare liste di parole già preparate.
 
Per usarla in classe, Antonella, che ha già ampiamente sperimentato l’app, consiglia di chiedere ad un alunno di dare alla fine della lezione un set di cinque parole: in tal modo possiamo correggere errori comuni e anche puntualizzare su alcuni termini, oppure creare in gruppo delle frasi con le parole scelte. È interessante, dunque, applicare Quizlet nell'ambito di un'attività collaborativa, non alienante come potrebbe essere l'uso individuale del telefonino.
 
Un’altra app con caratteristiche simili a Quizlet è Cram con cui preparare le carte girevoli e che permette inoltre di aggiungere note alle cards.
 
Riassumendo, i punti forti di Quizlet e Cram sono:
  • sessioni brevi e frequenti, anche usando i tempi morti della giornata;
  • aiuta a far nascere discussioni in classe sulle strategie di memorizzazione (imparare ad imparare);
  • spinge gli studenti ad essere autonomi e responsabili;

  • possibilità di mettere in comune le cards tra i colleghi.

    Per ulteriori informazioni, Antonella ha pubblicato il suo intervento, con video-tutorial
    qui.
Non ci resta che provarli!














2 commenti :

Fabrizio Ruggeri ha detto...

Buonissimo post, scritto bene e molto utile. E l'intervento di Antonella, molto molto interessante. Grazie mille!

Antonella Berriolo ha detto...

Grazie Fabrizio. Ovviamente imparare una lingua NON è imparare a memoria, ma soprattutto in un contesto come il nostro, in cui gli studenti sono a contatto con la lingua 3-4 ore alla settimana, credo che sia necessario questo lavoro di ripresa (rapida e forse un po' meccanica) del lessico su cui si è lavorato in classe.
Diversa è la situazione di una L2: in genere i chunks, el frasi più comuni, i "pezzetti" che riutilizziamo quando parliamo si imparano senza grandi sforzi, direi per osmosi.

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