martedì 11 agosto 2009

PAROLE DA SALVARE


Zanichelli1

Uno svogliato pomeriggio afoso di agosto, sto girovagando per il portale della Zanichelli. Mi piace il loro servizio “le parole del giorno” (da ricevere previa registrazione) che una mia collega usa con i suoi studenti di un corso avanzato. Di questo servizio apprezzo anche l’iniziativa del premio per il salvataggio delle parole:

«Tra le novità di questo Zingarelli 2010 spicca l'apertura a un cospicuo patrimonio di belle parole “da salvare”. Contrassegnate da un'icona di una semplicità elementare ma dal profondo valore simbolico, un fiore, ♣, – cosa c'è di più struggente e disarmante? –, sono quelle tante, preziose parole dell'italiano delle quali può sfuggire a molti il senso e di cui si deve tuttavia dire: “eppur ci sono”. Profumate in molti casi d'antico, non saranno proprie dell'uso corrente o correntissimo ma sono pronte a prestare la loro opera per chiunque voglia ancora disporne: parole carezzevoli e degne di rispetto, che valgono un nodo al fazzoletto perché non siano spedite in soffitta prima del tempo». (Tratto dall'Osservatorio della lingua italiana di Massimo Arcangeli).

Che sorpresa, mi sono imbattuta di nuovo con “in primis: parola tanto usata da mia nonna. Non so se pare carezzevole come espressione, ma di sicuro è più divertente di innanzitutto, in primo luogo… E dire che credevo fosse una parola “reinventata” dal latino e quasi dialettale. Deciso, io voto per “in primis”!

Mesi fa, sempre a proposito dell’uso proprio/improprio di alcune parole inviate dal servizio della Zanichelli, Giovanna Cosenza nel suo blog Dis.amb.ig.uando, commentava per “battigia” e “bagnasciuga” quale termine fosse più corretto.

Tornando al portale Zanichelli (il caldo mi fa divagare), la parola del giorno è inserita anche nel sito dedicato all’apprendimento dell’italiano per studenti stranieri: Benvenuti. Il blog Intercultura di Valerio Giacalone offre spunti linguistici utili per gli studenti, alcuni esercizi online e altri non proprio interattivi, che comunque abbiamo segnalato agli alunni. Nella sidebar vedo ben 14 post dedicati agli insegnanti, tra cui uno che commenta i vari guai della nostra professionale :0( . Meglio riaprirlo dopo le vacanze.

Nella sezione Dizionari si accede all’ Osservatorio della lingua italiana, blog curato da Massimo Arcangeli, su cui trovare degli stimoli alla riflessione linguistica o letteraria, come per esempio questo post:

Giovani postfuturisti: Filippo Tommaso Marinetti e la generazione digitale.

Dopo la lettura, ho ripensato ai temi della maturità di quest’anno scolastico.

Costatato il crudele disinteresse degli studenti italiani per la prima traccia (Italo Svevo), un accenno al centenario del Manifesto futurista avrebbe forse coinvolto maggiormente l’attenzione dei nativi digitali, proponendo un argomento più coerente con la linea delle altre tracce. Tuttavia, a prescindere da celebrazioni e centenari, il nuovo modulo espressivo inaugurato dall’opera di Svevo è fondamentale per la letteratura italiana. Come potrebbe interessare un lettore diciottenne del XXI secolo? Se accettiamo che anche i meccanismi del sogno e della memoria sono fatti di ibridazioni/ fusioni, di mondi senza frontiere che evocano la “liquidità” della nostra epoca, ecco che forse un appiglio ci sarebbe. Non si tratta di alterare un codice, ma di riformulare la lettura della Coscienza di Zeno puntandola dritto verso quei referenti che possano venire identificati anche da chi non ha più nessuno codice da infrangere. In modo da salvare i nostri smemoriati giovani dall’ignoranza.



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