martedì 28 aprile 2009

A VALENCIA, AGGIORNAMENTO DI DIDATTICA DELL’ITALIANO, ANCHE CON SECOND LIFE.





Venerdì 8 e sabato 9 maggio è in programma a Valencia la seconda parte del V laboratorio di didattica e di aggiornamento dell’italiano, organizzato da Prof-It, professori d'italiano della Comunitat Valenciana.

Da non perdere il workshop Second Life nell’insegnamento delle lingue che sarà presentato da Antonella Berriolo. Per l’occasione Antonella ha aperto un wiki in cui spiega con un video tutorial come entrare nel mondo virtuale, come iscriversi, nonché creare un avatar.

Qualcuno mi sta già ricordando che i mondi virtuali sono in crisi, che SL è una bufala, come lo è l’e-learning per l’apprendimento delle lingue, a cui possiamo tranquillamente aggiungere buona parte delle risorse 2.0, trucchetti senza fondamento metodologico.

Eppure, dopo aver collaborato per circa un anno con il LanguageLab, Antonella non ha certo perso l'entusiasmo, anzi. Proprio ieri pomeriggio mi commentava di aver letto su Campus Technology che la comunità di insegnanti in Second Life - creata nel 2005 - comprende più di 4.700 iscritti, impegnati nel promuovere le buone pratiche nell'insegnamento. Oltre alle buone pratiche comunque, altre questioni sembrano preoccupare gli insegnanti d'italiano. Infatti alcuni colleghi hanno chiesto:

Senti, come usiamo Second Life senza perdere di vista i traguardi del sillabo (ovvero di quel cattivaccio del programma)?

Come mantenere la motivazione all’apprendimento in un ambiente informale, qual è Second Life?

Su quali parametri di ricerca possiamo misurare l’effettivo raggiungimento degli obiettivi didattici per un certo livello?

Nell’ottobre 2008, Andrea Benassi, responsabile del progetto Second Learning di Indire si chiedeva: È possibile ricreare in Second Life delle esperienze equivalenti alle reali, per fini didattici? (L’italiano su Second Life). Gli obiettivi di un sillabo “reale” dovranno per forza essere mediati da una diversa consapevolezza metodologica, gli faceva eco Francesco Vettori sullo stesso sito di Indire. Pertanto il nuovo modello didattico di tipo collaborativo attraverso un’attività per piccoli gruppi, sostenuto da Vettori, non rappresenta altro che il percorso tracciato da anni dall’apprendimento cooperativo.

Non ci resta allora che continuare a sperimentare, mettendo in atto le strategie comunicative complesse del Cooperative Learning. Anche su Second Life, perché no?

E naturalmente ascoltare l’esperienza di Antonella.

Mi sa che l’unica a non esserci sarò proprio io che dovrò fare la supplenza del 9 maggio, appunto. Sigh, sigh…






3 commenti :

Anonimo ha detto...

Come promesso, rispondo ai tuoi quesiti. Lo faccio adesso un po’ perché ho più tempo, un po’ confesso, perché non ho voglia di fare altre cose che dovrei fare (preparare esami, fare i compiti di un corso che sto seguendo, etc.)
Andiamo in ordine:

Come usiamo Second Life senza perdere di vista i traguardi del sillabo?

Beh, dipende quali siano i traguardi del sillabo in questione. Se l’obiettivo del corso è saper “riempire i buchi” in vista dell’esame finale, forse SL non è lo strumento migliore. Usare SL per fare esercizi strutturali mi sembra una gran perdita di tempo. Ma se l’obiettivo del nostro sillabo è saper usare la lingua in contesti diversi, saper comunicare, spiegarci e comprendere... beh, SL offre innumerevoli occasioni di uso reale della lingua: dall’incontro con parlanti madrelingua ad attività preparate ad hoc dall’insegnante, che possono benissimo riprodurre le situazioni previste dal sillabo (al mercato, all’aeroporto, in cucina, per fare alcuni esempi delle attività con cui ho sperimentato in questi mesi in SL). Per i più coraggiosi e intraprendenti, c’è poi la possibilità di creare un grande roleplay, una simulazione globale per intenderci, che le inglobi tutte.
Dirai: ma queste stesse cose le posso fare benissimo in classe. Effettivamente sì, tutte tranne le chiacchiere informali con parlanti nativi incontrati per caso. Ma anche se potrà sembrare strano a chi non ha esperienza di mondi virtuali, la sospensione dell’incredulità qui è più forte, ci si lascia coinvolgere più facilmente dal gioco e si partecipa con più convinzione.

Come mantenere la motivazione all’apprendimento in un ambiente informale, qual è Second Life?

Non capisco bene la domanda. Vediamo di riformularla: come mantenere la motivazione all’apprendimento in una situazione di immersione totale nella lingua, in cui parlare in lingua straniera significa veramente comunicare, in cui abbiamo occasione di conoscere e parlare con altri apprendenti di diversi paesi o con madrelingua?
C’è bisogno di una risposta? O piuttosto la domanda dovrebbe essere: come mantenere la motivazione all’apprendimento in un contesto artificiale, in cui tutti potrebbero comunicare molto meglio nella loro lingua madre ma decidono di farlo in una lingua straniera e in cui l’unico madrelingua (a volte) è l’insegnante? In cui passiamo molto più tempo a guardare dei pezzi di carta o una lavagna che a guardarci in faccia o intorno?

Su quali parametri di ricerca possiamo misurare l’effettivo raggiungimento degli obiettivi didattici per un certo livello?

Con gli stessi parametri usati in classe: lo studente è in grado di usare la lingua nei contesti e con il grado di correttezza del livello raggiunto.
Non mi fraintendere: non sto dicendo che SL è la panacea universale per l’apprendimento delle lingue. SL è la versione low cost e casalinga del soggiorno all’estero, che non viene condensato in due settimane ad agosto ma è ripartito nel corso dell’anno. È un ambiente immersivo e molto stimolante, ma noi tutti sappiamo che non basta vivere un anno o due in Italia per imparare l’italiano. Si impara, certo, ma non si raggiungerà mai il livello di chi oltre a vivere nel paese e chiacchierare con gli amici ha anche dedicato ore allo studio della lingua. Ma sappiamo anche che spesso i nostri alunni più brillanti sono quelli che hanno occasione di utilizzare la lingua fuori dall’aula. SL è appunto quest’occasione, e questo è il suo potenziale.

SL è ottima per praticare la lingua orale, ma non è l’ambiente migliore per spiegare grammatica o per esercitarsi nello scritto, per quello abbiamo l’aula o il web, con i vari LMS. Ed è per questa ragione che non offro “corsi” di italiano in SL ma esploro le possibilità che offre per la comunicazione orale. Perché non vieni uno di questi giorni? Magari ti convinco ;o)

Angela ha detto...

Ok, non bisogna confondere i mondi virtuali con una piattaforma come Moodle. Second Life centra in pieno il tema dell'apprendimento informale, rendendo possibile un feedback immediato della lingua autentica. Insegnare a comunicare in modo efficace in un'altra lingua, nei contesti scelti dagli alunni, questo è il nostro obiettivo e nient'altro. Ben venga qualsiasi sforzo per trovare altre vie e metodologie didattiche. Grazie per riformulare le mie domande, non riesco ancora ad uscire dall'aula. Comunque, il problema dell'accessibilità non lo sottovaluterei. Appena ho tempo, rispolvero il mio avatar e faccio un giro!!!

Anonimo ha detto...

in contesti scelti dagli alunni o dall'insegnante. Nel mio caso, per esempio, tutti i partecipanti alle attività di Italianiamo (http://italianiamo.wordpress.com) sono in SL, per cui i "loro contesti" se li possono scegliere anche senza di me. Per incoraggiarli a girare e interagire con italiani madrelingua segnalo le land (territori) italiane e varie attività che potrebbero essere interessanti (corsi, incontri, mostre etc).
Il tema del giorno di italianiamo e la struttura dell'attività la decido io, o se hanno idee e suggerimenti la decidiamo assieme. Ma è sempre una cosa strutturata perché, essendo in gruppo, se si vuole stimolare la conversazione, dare a tutti l'occasione di parlare. ci vuole uno schema generale. Poi ben vengano le digressioni o le improvvisazioni, ma improvvisare senza una base solida su cui poggiare i piedi.. io personalmente non ci riesco, né in RL né in SL.

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