giovedì 13 novembre 2008

RITORNO DA MOODLEMOOT BCN 2008





Mi accingo a scrivere questo riassunto del MoodleMoot Bcn 2008 dopo aver lasciato passare due settimane dalla conclusione dell'incontro, a causa della solita mancanza di tempo, ma anche per non farmi travolgere dall'entusiasmo contagioso che si respirava tra i 400 e passa moodlers, dentro e fuori gli spazi dove si è svolto.

Alcuni colleghi commentano che si nota che è stato il mio primo MoodleMoot e che sono una pivella in queste cose.

Nel frattempo, però, ho avuto modo di dare un'occhiata al programma della Moodle International Conference di Roma, conclusasi due giorni prima del Moot di Barcellona.

In programma a Roma anche un'interessante laboratorio di Stefania Maggini: Sperimentazioni di Didattica Multimediale per l'italiano come L2. Si può accedere come ospite.

(aggiornamento post: l'accesso è stato modificato, bisogna registrarsi).

Per chi fosse interessato a un riassunto esaustivo sugli strumenti presentati a Roma rimando al blog di Gianni Marconato: Apprendere (con o senza le tecnologie).

E dopo il preambolo romano, ritorno alle aspettative delle tre giornate del Moot di Barcellona, cercando di ricostruire con un po' d'ordine una serie di proposte udite e meditate.

Le mie riflessioni partono innanzitutto dal formato snello dell'incontro che a mio avviso si afferma come molto valido, con moduli agili, affiancati dai forum in tempo reale e da brevi workshop, il cui obiettivo è di facilitare l'accesso a contenuti di per sé complessi. Scommettere sulla semplicità e la concretezza rappresenta sempre la soluzione migliore, offre attenzione agli interlocutori, nonché massima utilità per chi arriva da esperienze diverse.

Per quanto riguarda i partecipanti del MoodleMoot, cioè i protagonisti, da un questionario diffuso prima dell'evento risulta questa tipologia:

- insegnanti 78%

- programmatori 22%

- sviluppatori 40%

- amministratori 2%

Alla domanda: chi amministra il tuo corso Moodle? Vince il fai da te:

- Io 57%

- l'amministrazione del mio centro o azienda: 26%

- un gruppo di professori 15%

Che cosa hanno detto

Ha inaugurato l'evento Martin Dougiamas, appena ritornato dalla MIC di Roma.

Anche qui a Barcellona Dougiamas ha parlato dei nuovi obiettivi dell'e-learning, che puntano a un ambiente sempre più collaborativo ed interattivo, a un e-learning 2.0. Inoltre ha presentato la versione 1.9 della piattaforma, a cui si integrano nuovi software, come Mahara, una delle novità più interessanti anche per i professori di lingue straniere.

Mahara è il nuovo software open source per la produzione di un ePortfolio. Il software ruota attorno all'approccio collaborativo ed è integrabile su Moodle. Il suo utilizzo mette a disposizione una risorsa in più per rafforzare l'introduzione del Portfolio Europeo delle Lingue, auspicata dal Consiglio Europeo. Alcuni insegnanti di lingue hanno presentato un poster con un progetto di e-portfolio attuato con questo software, mentre altri hanno cominciato a provarlo durante le pause.

L'uso di Mahara è stato presentato da Penny Leach: Overview of Mahara-Moodle within a complete e-learning context.

Comunicazioni e poster utili per le lingue straniere.

Beh, per quanto riguarda le lingue straniere, le esperienze presentate sono state poche, come il numero limitato di insegnanti di lingue presenti al Moot. Tra questi, la maggioranza insegna inglese, alcuni spagnolo, nessuna presenza per il francese e il tedesco, mentre invece ce n'erano tre d'italiano come L2, ovvero Fabrizio, Antonella e la sottoscritta. wink

Tra i diversi interventi proposti, si può schematizzare nel modo seguente:

Progetto per un e-portfolio, presentato da Bea Marín e Joan Queralt dell'Università Autonoma di Barcellona.

Allo scopo di sviluppare un'ulteriore strategia di valutazione continua, il software Mahara viene integrato nella piattaforma digitale per un corso di spagnolo per stranieri. In questo modo, gli alunni producono un documento personale a cui aggiungere i compiti che ritengono abbiano maggior rilevanza, costruendo così un percorso proprio che stimoli la coscienza sulle competenze acquisite.

Attività collaborative, materiale audiovisivo, Moodle con Youtube e Google video. Un gruppo di professori dell'Università di Barcellona, coordinati da Joan-Tomàs Pujolà, hanno presentato il progetto Cooperative Audiovisual Comprehension” (CAC) che si inserisce in un corso erogato in modalità blended, cioè il corso svolto in aula è affiancato dal corso a distanza. L'idea del CAC si rifà a una nota attività (o meglio, struttura) del Cooperative learning, cioè "Send a Problem", nel quale sono gli stessi alunni a produrre gli esercizi, da sottoporre successivamente agli altri compagni di classe.

Sfruttando l'infinita offerta messa a disposizione da Youtube o Google Video, gli alunni del secondo anno della Scuola di Specializzazione per l'Insegnamento (lingue straniere) scelgono i materiali audiovisivi da presentare agli altri studenti. Come spiega il prof. Pujolà:

Ogni settimana ogni gruppo, composto da tre studenti, presenta il materiale didattico. Gli altri gruppi dovranno svolgere le attività preparate all'interno del campus virtuale. Il gruppo che presenta le attività assume il ruolo di "professore-editore", per cui farà ricorso alle attività presenti su Moodle, esercizi di scelta multipla, cloze, quiz, hotpot, ecc. Gli altri gruppi realizzano le attività pubblicate e offrono un feedback che servirà poi, nella fase di analisi, ad approfondire ulteriormente gli aspetti linguistici e pedagogici del corso. L'impalcatura dellle unità didattiche e la valutazione che ne deriva vengono costruite in un contesto collaborativo. Inoltre, l'impostazione pedagogica migliora la comprensione orale dei partecipanti nelle diverse varianti della lingua straniera.

Il progetto sembra riuscito tra gli studenti "apprendisti prof", ma non è chiaro come si `potrebbe sviluppare tra alunni stranieri di una L2.

Consigli da tener presente

Moodle e Facebook. Una delle insegnanti più attive è stata Ahinoa Ezeiza che, tra le mille attività in cui è sempre impegnatissima, ha partecipato anche ad una ricerca per il Progetto COVCELL. Ainoha si è dimostrata sempre disponibile ad aiutare e a condividere riflessioni ed esperienza, facilitando la condivisione d'informazioni e pertanto anche la vita agli insegnanti di lingue con meno bagaglio tecnico alle spalle. Insomma, la considero una vera e propria collega open source. Alcune sue segnalazioni interessanti: l'uso di Facebook come rinforzo interattivo con Moodle. I materiali didattici e gli obiettivi accademici su Moodle vengono affiancati dal social network. Lo scambio di messaggi e foto in una modalità e contesto informali offrono agli alunni il vantaggio di poter accedervi anche a corso concluso. Ainoha usa il chat del Msn o di Skype anche con i livelli elementari. Considera che i messaggi su Facebook e le conversazioni semplici con Skype rappresentano un forte impulso per l'apprendimento online, extrascolastico. Per gli studenti Erasmus è fondamentale poter apprendere la lingua anche in un ambbiente digitale non formale.

Il glossario per condividere i file Mp3.

Il modulo glossario è uno strumento flessibile e può servire anche per condividere i file audio Mp3. Gli studenti possono contribuire alla creazione delle entrate, condividendo in modo collaborativo i file audio. Se si vogliono condividere delle canzoni o musica di vario genere, Ainoha consiglia di chiudere il corso ai visitatori esterni, allo scopo di non correre rischi di venire multati per mancato rispetto dei diritti d'autore. Invece, per un corso aperto, una buona idea è condividere la musica in classe, utilizzando il modulo forum in cui inserire link da Youtube e dove gli studenti possono ascoltare i propri gruppi preferiti.

Una community specifica per le lingue straniere. Problemi di formazione.

A Moot concluso, nel forum per le lingue straniere alcuni professori consideravano di non aver trovato sufficienti risposte per i problemi attinenti all'insegnamento delle lingue in ambiente digitale. Ma in un evento dalla durata così breve - soltanto tre giorni - l'obiettivo principale era rendere più facile la comunicazione tra settori eterogenei. Ovvio che non avesse come finalità l'approfondimento dei riferimenti concettuali di un determinato settore. Probabilmente il dibattito tra glottodidattica e piattaforme digitali avrà bisogno di uno spazio specifico molto più ampio di un semplice forum.

L'apprendimento misto o blended learning appare come il più funzionale ad una tipologia specifica di apprendimento come quella delle lingue straniere. Resta sul tappeto la difficoltà di una formazione continua degli insegnanti all'uso di Moodle.

Un professore di lingua spagnola in un liceo si chiede come usare Moodle per un corso di 2ª liceo e come sviluppare il sillabo con tutte le attività: Se il mio corso è in formato blended che cosa lascio per la lezione in classe e che cosa per la parte a distanza? Quali funzionalità uso per attivare le conoscenze pregresse dell'alunno? Io avrei bisogno di un corso completo in formato Laboratorio sulla realizzazione del programma di lingua, con l'aiuto di colleghi dell'area di lingue che me lo spiegassero con calma, con il tempo per riflettere, dall'A alla Z.

Un altro insegnante risponde ricordando la situazione presente nell'acquisizione di conoscenze, competenze, nuove idee.

Il caos attuale nelle pratiche di apprendimento di Moodle: certificazioni private, corsi Master riconosciuti e no, corsi nella pubblica amministrazione o in centri per la formazione degli insegnanti. A questo aggiungiamo:

- Moodle.org e i suoi forum in lingue diverse.

- autoformazione ed autoaggiornamento (manuali scaricabili, video, internet)

Inoltre, la varietà degli operatori di Moodle:

- Docenti universitari

- Docenti delle scuole Primarie, Medie e della Secondaria.

- Personale delle aziende

- Sviluppatori e programmatori

- Amministratori dei sistemi in rete

- Alunni di tutti i livelli e colori.

Una proposta: creare un organismo che sappia raccogliere e porre ordine tra i problemi di formazione continua.

La proposta viene criticata da molti: benché l'analisi sugli utenti sia corretta, si fa presente che Moodle si fonda su molte community, in continua interazione, non è necessario dividerle.

Due insegnanti di lingue straniere, di nuovo Ainoha e Victoria, offrono alternative più costruttive:

AINHOA: Per quanto riguarda i laboratori di lingue straniere, si possono separare in due livelli, uno di formazione iniziale, mentre un altro più avanzato per lo scambio di tutte le competenze didattiche.

Ho pensato di mettere a disposizione dei corsi aperti, senza password, di fare i backup dei corsi e collocarli nella pagina principale, come fa la Open University. Chi ne fosse interessato può utilizzarli.

VITTORIA: L'idea mi sembra geniale. Ho deciso di seguire questo consiglio anche per il mio corso Laboratorio di Web 2.0 per i professori di spagnolo, che comunque è aperto dalla sua nascita, ma non avevo pensato di fare un backup.

Un'idea che mi frulla in testa da quando lavoro nel Progetto COVCELL è organizzare un "Moodle Open Day", come gli open day delle scuole. Sarebbe bello che si svolgesse prima del Moodlemoot e possibilmente con un'organizzazione semplice. Basterebbe un wiki. Gli interessati potrebbero partecipare e descrivere il proprio corso con relativo indirizzo, lasciandolo aperto per una settimana a tutti gli utenti, senza password. Oltre a potenziare l'informazione, si verrebbe a formare una "rete" di interessi comuni. Che cosa ve ne pare? Saluti dalla Germania!

CONCLUSIONE

Insomma, pesa parecchio quel 57% del "fai da te" che riguardava l'amministrazione dei corsi, a cui possiamo aggiungere la formazione dei prof di lingue. Vista la situazione dal lato positivo, Moodle si attesta come un ambiente di apprendimento che richiede agli insegnanti e agli alunni un impegno non gravoso dal punto di vista tecnico.

Tuttavia, non posso negare che esistono problemi da affrontare, soprattutto quando non sappiamo far funzionare subito qualche tool, per esempio come quelli relativi alla valutazione che risultano sempre un po' complessi. E va bene che al moot c'erano le persone più adatte ad accettare con entusiasmo le sfide, ma gli insegnanti hanno poco tempo per affrontare da soli l'aumento della complessità del sistema. Mi chiedo se questa tendenza a non appoggiarsi a consulenze esterne non sia la causa di un rallentamento nella diffusione di corsi online di qualità. Le difficoltà nel processo di amministrazione della piattaforma, peraltro facilmente superabili con un po' di pazienza, possono scoraggiare chi non possiede specifiche competenze tecniche.

Ma per quanto riguarda i professori di italiano L2, più dell'aspetto tecnico è la mancanza di finanziamenti adeguati che limita l'accesso a risorse esterne (tecnici) e interni, come i tutor online fissi.

Confido di poter lavorare un giorno con queste risorse anche all'IIC e non solo in altre scuole. Per il momento in ambito italico (all'estero) ciò non è possibile.

Il rientro al lavoro quotidiano mi ha stressata subito. Davanti alla fotocopiatrice (e dove se no?) ho incontrato un docente dell'Istituto Italiano di Cultura che mi ha ricordato sadicamente gli ambienti da film horror, tipo "El Orfanato", in cui si è costretti ad insegnare. Effettivamente, mi aspettava l'incubo di qualsiasi insegnante di lingue, ovvero un'aula attrezzata con una sola presa di corrente, una lavagna e un pezzettino di gesso. Sia chiaro che non tutte le aule sono così tetriche. Ne ho contate cinque, su quindici, minimamente attrezzate. Inoltre, alcuni prof mi rammentano che esistono tante semplici risorse per motivare gli alunni. Vero. Comunque, personalmente preferirei poter scegliere se, come e quando utilizzare tutti gli strumenti a disposizione nel 2008, come succede in altre scuole, ben più attrezzate.

Nell'attesa di trovare sponsor o quant'altro che permettano di applicare i suggerimenti del Quadro Comune Europeo (speriamo prima del 4º millennio e non soltanto per gli indicatori di valutazione), alcuni insegnanti dell'IIC tentano di aggirare l'ostacolo, provando a sperimentare con Moodle per poter condividere con gli alunni materiale multimediale, didattico, messaggi, forum, lavoro collaborativo. Il tutto rigorosamente animato da un entusiastico lavoro volontario...

Ma qualcuno deve pur cominciare, no?



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