venerdì 30 dicembre 2011

GLI SGAMI DI NONNA LEA PER NON BALLARE COME DEI GOMEZ


Gli alunni continuano a chiedere come si traduce questo o quel termine in slang? Possiamo accontentarli (almeno quelli di livello avanzato) con gli sgami (i consigli) di nonna Lea. Su youtube è da un po’ che spopola questa simpatica signora che padroneggia magistralmente lo slang di ultima generazione. Un esempio con lo sgamo numero 10: Gomez ed insaccati.





Provo ad annotare quello che sento, benché non ci capisca quasi niente.

Uno sgamo casalingo: quando state in fame chimica e vi rappate un salame, prima di ripiazzarlo in frigor, ricordate di mettere del sale grosso su un foglio di stagnola e di chiuderci il salame col lato fezzato contro il sale. Con sta’ mossa non mi ballerete come dei gomez la prima fetta di un salame già fezzato!

Traduzione (incerta),  un consiglio casalingo:  quando avete una fame da lupi e mangiate (una fetta di) salame, prima di riporlo in frigorifero, ricordate di mettere del sale grosso su un foglio di stagnola e di chiudervi il salame con il lato già tagliato contro il sale.  Con questo accorgimento non getterete via come degli sciocchi la prima fetta di salame già tagliato!

Per chi abita in terre di lingua spagnola, quel gomez lascia come dei babbi, pardon di stucco, con tutte le famiglie che da queste parti hanno il cognome Gómez (però con accento)...  E invece per gli adolescenti italiani - e la loro nonna Lea -  significa babbeo, benché un sinonimo più conosciuto di gomez sarebbe sfigato, un altro termine gergale. Oppure, secondo un forum di yahoo significa anche “capra” e ha origini messicane.  Non solo slang usa Nonna Lea, che  mescola “in freschezza” le parole dei quindicenni con il dialetto: grande quel frigor! A bocca apertain milanese doc (= frigorifero).

Come per altre lingue anche a lezione d’italiano a stranieri ci troviamo spesso di fronte a come insegnare lo slang, oltre alle parolacce, o ad alcuni dei termini dialettali più utilizzati. Per lo slang le cose si complicano a causa della sua natura effimera, si nutre di segni che cambiano ogni dieci anni, proprio come i suoi parlanti, le diverse leve di adolescenti che si susseguono nel tempo.  Qui l’ambiguità è massima, infatti quale mondo corrisponde a queste parole?  Sicuramente limitato agli stessi destinatari che lo producono, ovvero  dei tipi di 16 anni, così creativi, irriverenti e anticonformisti da minacciare con farti un lopez, se t’impicci dei fatti loro (fare un lopez: dare una ginocchiata sulla gamba). 
Proprio per questo parlano in slang, allo scopo d’ingrandire la distanza cronologica tra parlante e ascoltatore, impedendo l’interazione con gli adulti. 

Per capirci qualcosa può venire in aiuto il noto vocabolario online Slangopedia, o altri servizi come Lingua Giovani, del Centro di documentazione sul linguaggio giovanile.
Ma è  grazie all’aggiornatissima  Nonna Lea che ho scoperto che un caffé con la schiuma è anche pettinato.   Per preparare un coffee che spacca come quello del baretto, guardate il video: Sgamo numero2, un caffè pettinato.

In ogni caso, tornando in classe, una volta risolto il problema interpretativo secondo il referente italiano, si potrebbe chiedere agli alunni di tradurre gli sgami nel loro slang, cercando di capire quanto la traduzione sia pertinente a livello pragmatico.

E se non siete ancora scoppiati girando tra questi termini anti-codice, segnalo un podcast di Rai Radio 1, dedicato proprio allo slang, ospiti del programma Marina Catricalà,  prof. ordinario di Linguistica Generale all’università Roma Tre e il prof. Lello Savonardo, docente di Teorie e Tecniche dei nuovi media presso la facoltà di Sociologia dell’università Federico II di Napoli: Tornando a casa, LO SLANG.  







lunedì 5 dicembre 2011

IL BLOG DI UNA STUDENTESSA MATTA


                        blog


Ho trovato la studentessa dei miei sogni!  Si chiama Melissa e la  troviamo sul suo blog Diario di una studentessa matta.  Melissa è una graphic designer appassionata dell’Italia e della lingua italiana, passione che vuole condividere con altri apprendenti, in modo autonomo – evviva Sonrisa – senza preoccuparsi troppo di incorrere in qualche errore. Il blog è biligue italiano/ inglese, riesce a trasmettere un grande entusiasmo e voglia di comunicare in italiano, suggerendo anche alcuni consigli  nella sezione di tips rivolti ad altri alunni, proprio come chi scrive questo diario, con i link dove trovare materiale utile per l’ascolto o la lettura.
Lo segnalerò agli studenti, dai corsi intermedi in su e naturalmente anche ai colleghi, mi pare infatti un’ottima occasione per tenere sott’occhio i bisogni dell’utenza.