venerdì 27 maggio 2011

REPORT E INCONTRO ITALIANO SUI GIOVANI

      ricercatori


Giovani, lavoro, ricerca, innovazione. Se ne parla da tempo, da anni ormai, senza trovare le soluzioni adeguate. Proprio in questi giorni i giovani spagnoli che protestano in piazza sanno di ritrovarsi in bella compagnia con i coetanei italiani.  E infatti proprio di giovani e lavoro si occupano dei filmati che ho visto recentemente in rete.
Benché da differenti prospettive, l’argomento viene affrontato con tempismo opportuno sia da Report che da Incontro Italiano. 

Non è un paese per giovani, o meglio non lo è più da un pezzo. Perché il nostro paese non riesce più a progettare il proprio futuro? 

Le risposte - che non ci sono- tenta di trovarle l’inchiesta di Report:

Generazione a perdere, qui l’anteprima con la trascrizione dell’intera puntata in pdf
 
LA PUNTATA INTERA:  su Rai.tv
 
Il filmato si potrebbe proporre a un livello avanzato-superiore, e forse se dosato, anche a un intermedio alto.
 
L’ultimo numero di Incontro Italiano propone, in tutt’altro contesto,  un incontro organizzato da Assolombarda con i giovani, per permettere loro un contatto ravvicinato con le imprese. E qui i commenti si potrebbero accumulare in dieci pagine, sulla miopia della nostra classe dirigente, eccetera.  Meglio lasciarli ai nostri studenti. 
Il filmato di Incontro Italiano è interessante per la sua offerta di lessico specifico, la trascrizione dei dialoghi, correlata da un glossario e un esercizio.  Livello: intermedio.
 
Gli insegnanti che come me insegnano anche nelle aziende l’italiano settoriale, troveranno su questo numero di Incontro Italiano altri due filmati, imprescindibile quello su Adriano Olivetti, la cui azienda aveva una filiale anche qui a Barcellona.  
 
 
 

lunedì 23 maggio 2011

CARTABIANCA DA BUENOS AIRES, MEGLIO SU CARTA O IN DIGITALE?



Il 30 aprile scorso è stata presentata a Buenos Aires Cartabianca, un nuovo progetto semestrale di Alma Edizioni destinato agli studenti di italiano latinoamericani. Una delle rubriche però può rivelarsi utilissima anche per tutti i docenti che insegnano italiano ad ispanofoni: Lingua in uso. “Infine”, comparazione tra lo spagnolo e l’italiano, una sezione che in chiave contrastiva riflette sulle parole, i sintagmi e le espressioni legati al campo semantico della fine.
Purtroppo non sarà possibile leggere in rete l’articolo avvalendosi della velocità di internet.  Cartabianca preferisce Gutenberg ai nuovi  meccanismi della comunicazione digitale:
Nell’era di Internet e dell’informazione a portata di mano all’istante, una rivista cartacea può sembrare anacronistica ma, nello stesso tempo, può diventare una grande sfida.

Coerentemente con questa presa di posizione, Massimo Arcangeli si chiede: Dove va l’italiano?  L’arduo quesito, già posto a Pietro Trifone su Facebook alcuni mesi fa, pare celare un po’ di timore sugli sforzi della nostra lingua per non soccombere al mondo 2.0 e alla sua ombra lunga, l’inglese.   
La scelta della distribuzione, in controtendenza, può lasciare perplessi, ma è anche vero che il digitale provoca spesso “overload” cognitivo, o come mi ha commentato un’insegnante spagnola:  una specie di sindrome di Diogene, a causa delle tante risorse che si accumulano nei servizi di bookmark, tante volte difficili da usare per il tempo limitato di cui disponiamo.  Tuttavia,  proprio negli ultimi due mesi ho seguito online due laboratori sulle risorse TIC per l’insegnamento delle lingue straniere. Uno di questi era organizzato da insegnanti spagnoli e argentini, essenzialmente docenti di lingua inglese o spagnola per stranieri,  tutti con poco tempo a disposizione, ma proprio per il supporto virtuale i partecipanti abbiamo potuto eludere le barriere spazio temporali.
Insomma, probabilmente, per il momento,  entrambi i supporti presentano dei vantaggi e possono convivere tranquillamente. Eppure, eppure… volete mettere la comodità di scaricare l’articolo su “infine” direttamente sull’iPhone?

sabato 14 maggio 2011

PENSIERO DIGITALE, RIFLESSIONI DA USARE ANCHE IN CLASSE

pensiero_digitale


Questa settimana ero alla ricerca di qualche idea per aggiornare parte dell’argomento di un’unità dedicata 
alla letteratura.  
Un’occasione perfetta viene offerta dal ciclo di seminari: 

 

Pensiero digitale - leggere e scrivere nel terzo millennio

L’evento è stato organizzato dalle Fondazioni Feltrinelli, Mondadori e Corriere della Sera, nonché dalla Regione Lombardia, e si tratta di un ciclo d’incontri sul futuro della scrittura, del libro e dell’editoria. Il 7-9 giugno John Searle terrà una lectio magistralis sui cambiamenti che investono l’intenzionalità dei documenti scritti, proprio quando possono venire modificati in qualsiasi momento dai nuovi supporti digitali.
Il filmato del primo intervento a cura di Frédéric Martel è reperibile sul sito del Corriere della Sera, e speriamo di poter ascoltare anche Searle. 
Segnalo questo evento perché ha risolto in parte la ricerca di cui parlavo all’inizio. Infatti, in un corso avanzato con dieci studenti, tra cui due giornalisti e una studentessa di giornalismo, si doveva affrontare l'argomento sulla letteratura. Il manuale in uso chiede agli alunni di esprimere la propria intenzionalità verso la lettura dei testi letterari. Appena l’ho annunciato, Maria la studentessa del terzo anno di Scienze della Comunicazione, ha subito sbuffato, esprimendo in modo inequivoco a che significato palloso collega il termine. Temeva forse di essere trascinata nel mondo analogico di sua mamma? Ebbene, per tranquillizzarla e distrarla dall’onnipresente Blackberry piazzata accesa davanti al quaderno, sono ricorsa al trucco di spostare l’attenzione sul ruolo giocato dalla scrittura nell’era digitale.  Se non altro, l’argomento centra in pieno anche l’incerto futuro professionale di Maria Occhiolino