mercoledì 29 ottobre 2008

BANCA DELLA MEMORIA DIVENTA THE MEMORO PROJECT

Una notizia fresca dalla Newsletter della redazione di Banca della Memoria, di cui avevo parlato in un post estivo: i nostri nonni diventano internazionali e il loro sito cambia nome, ribattezzandosi The Memoro Project.

La redazione spiega che Memoro significa "io ricordo" in esperanto e che hanno messo on-line la pagina internazionale : http://www.memoro.org/.



Vedrete che è già attiva anche la sezione tedesca, con i video realizzati dal mitico Nikolai Schulz, alias, la redazione in Germania.
Fra pochissimo online anche i primi video Americani e Francesi: vi invitiamo, se avete amici di queste o di altre nazionalità, e se ne avete voglia, a invitarli a conoscere il progetto.

Ultime storie caricate, un'intervista a Tinto Brass che afferma di aver avuto un padre severissimo. Chi l'avrebbe mai detto.

Ma una nuova chicca è il racconto della signora Anna che parla della sua giovinezza in risaia.

Che cos'è una risaia? Chiederanno i nostri alunni.

Quante cose da ascoltare e da scoprire...





sabato 18 ottobre 2008

MOODLEMOOT BARCELONA 2008




Alla fine della settimana prossima si terrà qui a Barcellona Moodle Moot BCN 2008, appuntamento rivolto a tutti i formatori coinvolti nella realizzazione e la gestione di vivaci comunità di apprendimento on-line.

Per chi di noi è interessato a queste strane cose, ma che vivendo all’estero non ha potuto partecipare al Moodle Moot di Padova dello scorso aprile, ecco una buona occasione di confronto con i colleghi sullo stato dell’arte dell’apprendimento delle lingue con o senza le tecnologie.

Ma che cos’è Moodle? E soprattutto, vale la pena di imparare a gestire questa piattaforma on-line per insegnare/ apprendere l’italiano (o qualsiasi lingua straniera)?

La risposta alla prima domanda si può trovare facilmente in questo articolo di Francesco della Valle, Moodle, molto più di un'aula virtuale , pubblicato nel "lontano" 2005 dal Bollettino Itals. Tra le principali caratteristiche della piattaforma: la possibilità di controllare e seguire le presenze degli alunni - una vera aula virtuale - nonché l'offerta di attività di verifica di autovalutazione e di valutazione degli altri membri.

Tuttavia, l’aspetto che mi ha interessato subito di Moodle è stato il richiamo al costruttivismo e di conseguenza all’apprendimento cooperativo, come metodologia per organizzare i gruppi di apprendimento online. Non si tratta dunque di giocare con la tecnologia per rendere l’insegnamento più divertente, ma di andare verso un contesto nuovo, mediante lo sviluppo di sistemi di interazione, attraverso comunità virtuali. Alcuni strumenti di comunicazione e d'interazione scritta: wiki, blog, e-mail.

Devo ammettere che in principio lo consideravo di improbabile applicazione per le lingue straniere e forse anche un po’ pericoloso per i rischi connessi a una possibile perdita del posto di lavoro.

Chi non ha sentito questo timore, almeno una volta verso le nuove tecnologie, alzi la mano.

Entrando però nel sito di Moodle ho trovato la comunità italiana, organizzata in vari forum, uno si chiama Piazzale Italia, utile per incontrarsi e chiedere aiuto tecnico.

E qui apro una parentesi. In questi giorni (dal 20 al 24 ottobre) si svolgerà la Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, dedicata alle Piazze d’Italia. Bella l’idea della piazza mediterranea, tradizionale luogo d’incontri e di voci, a cui le piazze italiane apportano spazi molto belli. Tuttavia, penso che sarebbe stata stimolante anche una riflessione sulle nuove forme di piazza, quella virtuale, frequentata dalla maggior parte dei più giovani che presto saranno nostri alunni. Nelle grandi città i ragazzi sono ormai abituati a incontri virtuali a distanza, comunicano tra Messenger e reti sociali che permettono loro di annullare barriere fisiche e di vivere già in comunità online. In fondo, ci obbligano a “ripensare” la piazza. Confesso di sentirmi un po’ delusa, mi sarebbe piaciuto ascoltare qualche conferenza sull’argomento.

Chiusa parentesi.

Per tornare a Moodle e all’apprendimento dell’italiano online, il progetto COVCELL Moodle for Language Teaching offre molte risorse a cui si può accedere dopo aver configurato l’account. Per quanto riguarda gli strumenti audio ne segnala uno particolarmente interessante, come Wimba, un software da integrare direttamente su Moodle. Ma quanto costa?

Comunque, alcuni problemi “tecnici” non sono ancora del tutto risolti in queste piattaforme digitali. Il più importante per noi insegnanti di lingue è costituito senza dubbio dalla difficile integrazione dei software audio, indispensabil per facilitare l’interazione orale. Per il momento a mio avviso una soluzione potrebbero essere i corsi in formato blended, in aula e online

Di nuovo il bollettino Itals pubblica l'esperienza di Rita Checchin, Chiara Giannoni, Fernanda Lobina, Nuove tecnologie didattiche in un contesto non formale (2007), un progetto online di italiano di livello elementare, che si appoggia all'apprendimento cooperativo.

Insomma, Moodle è una piattaforma potente che permette quasi tutte le gestioni di un campus virtuale. Tuttavia, la formazione, ovvero le funzioni di confronto, collaborazione ed interazione, saranno possibili soltanto attraverso la competenza dei tutor.

Il Moodle Moot di Padova offriva un corso Primi passi in Moodle, gradito da chi come me è un utente basico della piattaforma. Questa attenzione all’utente principiante manca invece nell'agenda dell'evento di Barcellona.

Nel frattempo, i prof di lingue ci stiamo organizzando in un forum ad hoc, per incontrarci e scambiare esperienze, nonché chiarimenti sui prezzi di manutenzione della piattaforma.

Da parte mia sarà un incontro senza pregiudizi, né esagerati entusiasmi.

Darò ulteriori notizie a Moot concluso.



sabato 11 ottobre 2008

DA URBINO, POESIE IN GIOCO








Solo in un non-luogo è forse possibile divertirsi, imparare, riflettere e giocare con la parola, scritta, parlata, disegnata.
La deliziosa Urbino si ripropone dunque come non-luogo, o capitale dell'Utopia, per il terzo appuntamento di Parole in gioco in programma per il 10, 11 e 12 ottobre.
Tra gli eventi, uno in particolare può rivelarsi utile anche come attività didattica per i corsi avanzati.

Si tratta di Poesie in gioco, un concorso ideato da Silvano Belloni e Antonella Ottolina che spiegano:
si chiama così perché nasce combinando uno sopra l'altro i titoli scritti sul dorso dei libri, da cui nascono, come per magia, bellissime poesie.
Come esempio, una delle poesie che ha vinto il concorso:
La perfezione/ quel che resta
all'altezza delle labbra
il silenzio tra due onde (di Marianna Natale)
I tre versi sono composti da tre titoli scelti fra i 150 libri suggeriti dagli organizzatori. Ogni poesia verrà poi fotografata con il dorso dei libri da cui è stata ispirata.
Per visualizzare le fotografie seguite questo link, mentre cliccando su Bibliografia si accede all'elenco dei titoli da cui ispirarsi.
L'aspetto ludico dell'iniziativa mi ha dato l'idea per un'attività da prorporre agli alunni di italiano come lingua straniera:

Scrivi un haiku
(l'ho adattata da Writing Games, di C. e J. Hadfield, editrice Nelson, UK, 1990).
Livello: intermedio-alto e avanzato (è necessario aver letto almeno alcuni libri in italiano), è un'attività da fare in 3 tempi (in classe -> a casa -> in classe).
Obiettivo linguistico: utilizzare parole in nuovi contesti, individuare affinità semantiche.
Abilità: esercitare la concisione, descrivere dei sentimenti, indovinare sentimenti e argomenti.
- In coppia o in gruppi di 3: gli alunni ricordano i libri che hanno letto e formano un elenco (5-10 minuti).
- Confrontano il proprio elenco con quello degli altri gruppi e ne preparano uno definitivo.
Variante: se proprio siamo a corto di letture, l'insegnante decide quali e quanti titoli proporre (per non perdere tempo, l'elenco offerto dal concorso "Poesie in gioco" ci viene in aiuto).
- L'insegnante spiega la struttura dell'Haiku, in cui l'argomento centrale deve essere contenuto in soli 3 versi.
Possiamo fare un esempio con questo antico Haiku giapponese, di Matsuo Bashó:
AUTUNNO:
Persino gli uccelli
E le nuvole sembrano vecchi.
Dopodiché, spiegare che dovranno concatenare i titoli dei libri del loro elenco, fino a formare dei versi. Per ragioni ovvie è impossibile portare in classe tutti i libri che hanno letto e comporre delle vere e proprie "poesie dorsali", come propone il concorso di Urbino. Ma anche così gli studenti possono mettere in gioco la propria creatività.
Compito a casa: formano uno o più haiku che devono restare anonimi.
In classe: i componimenti vengono appesi alle pareti dell'aula. Gli alunni leggono le poesie e cercano di indovinare l'argomento centrale. Preparano una lista di temi centrali che pensano di aver indovinato e poi la confrontano in plenaria. Scelgono i migliori Haiku, per pubblicarli sul blog di classe.
A proposito, il blog dei nostri alunni del livello superiore si chiama Lezionezero.
"Scrivi un Haiku" è un'attività che avevo proposto anche a un livello intermedio-basso, ma senza i titoli dei libri, seguendo invece le indicazioni degli autori di Writing Games.

sabato 4 ottobre 2008

CENTRO CULTURALE AMA L'ITALIANO, A BARCELLONA

Con l’avvio dei corsi apre a Barcellona un nuovo centro per imparare l’italiano

Centro



Tre giovani professori armati di ottima preparazione, iniziativa e tanto entusiasmo propongono uno spazio per sviluppare attività formative mirate alla valorizzazione della lingua e la cultura italiana, con particolare attenzione all’utenza giovane, ad esempio gli studenti Erasmus.

L’attenzione rivolta alla lingua per fini accademici mi sembra un aspetto particolarmente utile del progetto, perchè se non sbaglio riempie un vuoto nei corsi d’italiano offerti in città. Oltre agli Erasmus sono in cantiere altri seminari interessanti, tutti spiegati nel sito del CentroAmaItaliano.

Sarà interessante seguire l'avventura dei coraggiosi colleghi e vedere se riusciranno ad elaborare anche un progetto didattico sfruttando le nuove tecnologie.

Il centro si trova in Passeig Sant Joan, 164.

Un ultimo commento, a proposito degli Erasmus. Confesso di sentire una certa perplessità per gli studenti stranieri che in questi disgraziati tempi vogliono studiare in un ateneo italiano. Sanno che forse troveranno il blocco dell’anno accademico, causa i tagli alla ricerca e altre limitazioni?